Le donne della Comedie Humaine di Balzac

a cura di

Carolina Colombi – Valentina Dragoni – Maria Lucia Ferlisi e Giulia La Face

Eccoci al quarto appuntamento con Balzac, ovvero il penunltimo, con questo grande autore della letteratura classica.  Non preoccupatevi abbiamo già scelto un altro autore da leggere e approfondire insieme con voi tutti/e.

Adesso visto che l’ora è tardi vi lascio con una serena buonanotte in compagnia di un altro romanzo del nostro Honore’ de Balzac, sempre imperniato sulle figura femminili,  da lui vivisezionate in tutti gli aspetti come abbiamo già detto, la donna balzachiana  con pregi e difetti, senza edulcorazioni così com’è ancora una volta.

Oggi è il turno di Valentina, leggete la sua recensione e vi innamorerete anche di questo romanzo e  della Marchesa Madame de Listomère.  Anche voi sorriderete ne sono certa…

Ferlisi Maria Lucia

 

STUDIO DI DONNA

di

HONORE’ DE BALZAC

 

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La speciale attenzione che Balzac dedicò alle donne è stata studiata e raccontata in decine di modi diversi, non solo scandagliando la Comédie e i grandi romanzi, ma anche raccontando la vita personale dello scrittore che, come molti geni della letteratura, ha condotto un’esistenza che è essa stessa un romanzo.

Dalla mia, conoscendo pochissimo autore e opere, ho deciso di avvicinarmi imboccando una strada “preferenziale”, quella dei racconti brevi e vista la tematica del femminile ho scelto un titolo che è di per sé una dichiarazione di intenti.

Studio di donna” è uno dei racconti che fa parte della cosiddetta Onda Mulier, ovvero quel movimento interno all’opera di Balzac che prende forma nei sui scritti dagli anni 30 del 1800 e che pervade quelle opere in cui le figure femminili hanno un ruolo centrale mai visto prima nella letteratura.

Balzac rappresenta la donna nelle sue infinite sfaccettature e movenze, con uno sguardo sottile e ironico inedito per il tempo.

Pubblicato nel periodico femminile La Mode nel 1830, questo racconto in forma di lettera entrerà di diritto nella Comédie alla voce Scènes de la vie privée dieci anni dopo: infatti, in poche pagine Balzac riesce a rappresentare un quadro vivido e tagliente della psiche della donna.

Marchesa Madame de Listomère

 

Balzac ci introduce subito la protagonista femminile: la Marchesa Madame de Listomère, donna “educata nello spirito della Restaurazione”, virtuosa, integerrima e sposata ad un uomo incolore, né buono né cattivo, che si limita a fare quello che ci si aspetta da un uomo nella sua posizione.

Ma quale straordinaria occasione viene offerta al nostro scrittore per dipingere questo esemplare virtuoso di donna?
A sconvolgere la pia vita della marchesa arriva il giovane Rosignac: ambizioso ma assennato, sventato quanto basta, conosce la signora e si intrattiene con lei per circa mezz’ora una sera ad un ballo.

Niente di più, sembrerebbe un incontro nato e finito lì e anche il narratore ce lo conferma, dalla sua posizione onniscente.
Ma questo è solo il prologo dell’increscioso incidente.

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Come nel più classico dei romanzi romantici (perdonatemi il gioco di parole!), Balzac fa accadere l’incredibile: la mattina dopo il ballo, il giovane Rosignac scrive un’appassionata lettera alla sua fidanzata e la invia per sbaglio alla marchesa.

Venuto a conoscenza dell’errore commesso, invece di correre ai ripari lascia che la storia prenda un piega diversa: lascia trascorrere qualche giorno e come dice Balzac, riprendendo un concetto di Stendahl, nella mente della marchesa è un tempo sufficiente perché si cristallizzi l’idea che quelle dichiarazioni scritte con così tanto fervore fossero davvero dirette a lei.

Balzac

Ed è qui che Balzac gioca la sua carta ironica: ci mostra come anche la più virtuosa delle donne, dedita al rispetto delle convenzioni e del suo ruolo, se stuzziacata nella sua vanità cade irrimediabilmente nel piacere che si prova nell’essere desiderata.

Nella mente della marchesa si crea l’illusione di un desiderio che non è mai esistito, si sedimenta l’idea che un uomo giovane e brillante possa desiderarla come suo marito non è in grado di fare.

E quando Rosignac decide finalmente di andare a far visita alla marchesa e le rivela l’incidente, è ormai troppo tardi: ella è convinta che questa infatuazione sia reale e prende in giro il giovane quando lui tenta di spiegarle l’accaduto. Solo dopo molte scuse e qualche tempo Rosignac riesce a convincerla che no, non era lei la destinataria di tanto ardore.

Povera marchesa!

Ha costruito un castello partendo da un foglio di carta e la sua reazione è per me la dimostrazione migliore di come Balzac è riuscito a capire l’animo femminile: la signora non teme tanto il giudizio della società, che pure conta, ma di sé stessa e decide di rimanere chiusa in casa, cercando un nascondiglio alla sua vergogna.

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Balzac

Questo racconto è divertente e morale allo stesso tempo: sorridiamo nel seguire la sventatezza di Rosignac e nel vedere la reazione adolescenziale della marchesa e non possiamo fare a meno di chiederci cosa avremmo fatto al suo posto se avessimo ricevuto una lettera d’amore da un quasi sconosciuto… potremmo giurare di non reagire allo stesso modo, fantasticando e forse convincendoci che, sì, siamo noi l’oggetto di quelle passionali parole?

Beh, magari non arriveremmo ad avere una crisi di nervi come la marchesa, ma non credete che almeno per un attimo ci guarderemmo sorridendo allo specchio?

Valentina Dragoni

https://it.wikipedia.org/wiki/Honor%C3%A9_de_Balzac