Le dee del miele – di Emma Fenu

Recensione di Monica Giusto

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Emma Fenu, Le dee del miele.

Un caldo filo dorato, odoroso e cristallino, sottile e denso, si dipana nell’aria tra sottane umide stese ad asciugare ed enormi pentole sul fuoco ricolme d’amore e nutrimento.

È il miele che è vita e morte, che, cosparso sui capezzoli rosei delle giovani madri, li rende gradevoli alle loro creature che potranno così crescere e misurarsi con il mondo.

Nettare impalpabile, mischiato, da mani sapienti, tra gli ingredienti semplici di pani e dolci offerto ad amici e parenti silenziosi, accorti, uniti nel vivo dolore della veglia dei defunti.

Le pagine di questo testo, seppur poche, ci raccontano di una Sardegna intrisa di magia, riti e superstizioni, non come prodotto ovvio dell’ignoranza, bensì frutto maturo di un antico sapere tramandato di generazione in generazione.

È la donna ad esserne protagonista in quanto madre, o destinata, in qualche modo, a diventarlo, seppur spesso senza aver mai partorito.

La figura femminile, infatti, è spesso associata, e lo è anche nel libro di Emma Fenu, alla stregoneria, è colei che ogni mese vede compiersi nel proprio corpo il rituale magico necessario per la fecondità.

Così come il miele, la donna è simbolo di vita, ma può esserlo anche dell’oscurità più intensa.

Nei “giorni della donna”, (i giorni del mestruo), infatti, le sono precluse attività quali la cura dell’orto e la preparazione delle marmellate.

Le mani femminili, in quei giorni, non devono sfiorare cibi e fiori.

Sono quattro le protagoniste del racconto: Caterina, Lisetta, Marianna ed Eva.

Caterina è una giovane madre innamorata del suo Pietro il cui nome le era stato svelato, alcuni anni prima, da San Giovanni che alle donne rivela il proprio destino.

Lisetta, costretta a sposare un uomo che non ama.

Marianna, figlia adottiva di Lisetta, cresciuta in convento dove impara a conoscere il lato oscuro della religione, ed Eva, la più giovane di tutte, ma non meno saggia delle altre.

Sono donne a cui la vita ha tolto e dato nello stesso tempo, che lo scorrere delle stagioni, seppur giovani, non le coglie impreparate.

“Le dee del miele “ è scritto con stile raffinato, ogni parola.

Ogni descrizione è curata nei minimi dettagli, ogni frase non è mai scontata, ogni pagina è il risultato di un lavoro minuzioso ed accurato.

Nel testo sono presenti diversi termini in vernacolo.

Il dialetto come rinforzo di significati e simboli di una Sardegna che l’autrice ben conosce ed ama.

Una regione che ci fa immaginare con le sue storie, le sue madri, le sue donne, le sue dee.

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Titolo: Le dee del miele
Autore: Emma Fenu
Casa editrice: Milena Edizioni (16 aprile 2016)

Sinossi:

“Le Dee del miele” è una storia, ispirata alla realtà, che si snoda attraverso tutto il Novecento, ambientata in una Sardegna intrisa di mito e memoria.

In tale contesto, in cui si fonde un universo parallelo di spiriti, fate e demoni, spetta al mondo muliebre vegliare sulla vita e sulla morte.

Le protagoniste sono, infatti, quattro donne: Caterina e Lisetta, fanciulle che non si conoscono, ma che diverranno consuocere; Marianna, figlia adottiva di Lisetta; e Eva, figlia di Marianna.

Sono creature diverse fra loro, per ceto sociale e vissuto, ma legate dai fili del destino fino a divenire parte l’una dell’altra, tramite un cordone ombelicale di sangue, luna, farina, miele, mistero, esoterismo e agnizioni.

Sarà Eva a riannodare il filo rosso di mestruazioni, parti e aborti delle sue antenate e a scoprire il vero segreto del “dono” di famiglia.

Questa è, dunque, una storia di Donne.

Donne madri, forti come Dee, capaci di rinascere dopo infinite eclissi.

Donne mamme, lune piene, dolci come miele.

Dee del miele.