“Come fiori tra le macerie” di Monica Maratta

Recensione di Annalisa CaravanteCome fiori tra le macerie

Siamo nei primi decenni del ‘900, quando inizia l’avventura di Filomena, la cui storia è ispirata alla vita della nonna dell’autrice.

Filomena resta presto orfana di madre, il padre parte per la Francia in cerca di fortuna e lascia la figlia ai nonni. Lei cresce bella e, purtroppo, povera ed è costretta a lavori pesanti, ma la sua vita non è solo tristezza e fatica; si affaccia sui suoi giovani anni un raggio di sole, Peppino, che la ama in modo incondizionato.

La vita degli italiani, a quei tempi, non era delle migliori e molti lasciavano la campagna per un futuro dignitoso. Continua, quindi, quanto era iniziato con l’industrializzazione, l’emigrazione verso la città.

Questa volta, però, a partire sono giovani donne, che spesso vanno a servire nelle case dei più danarosi.

Peppino la colse di sorpresa, da dietro, facendola sussultare quasi da farle riversare l’acqua a terra.

«Sei impazzito? Se mi fosse caduta la brocca, saresti tornato indietro, di corsa, a riempirla di nuovo!».

Gli occhi del ragazzo, a dispetto del rimprovero, sorridevano felici di vederla.

Così tocca a Filomena che lascia nel suo paese il suo cuore. Lei sa di essere sola, di dover provvedere a sé, in quanto, il padre non ha più dato notizie. Inizia, così, l’avventura in città di Filomena che negli occhi di un giovane soldato vede la possibilità di una vita migliore, ma l’Italia sta proseguendo verso anni ben più infausti, si arriva, infatti, alla seconda guerra mondiale con tutto il suo carico di conseguenze, che peseranno non solo sulla vita di Filomena, ma anche, pesantemente, su quella del suo paese.

Il romanzo viene a inserirsi nella letteratura di ambientazione storica, se non nel puro genere storico, ricalcando, il personaggio, le orme di una donna realmente esistita, ma ciò che risalta nell’opera è la memoria, impressa su carta, di un tempo in cui i nostri nonni hanno dovuto avere molto coraggio affinché oggi noi stessimo qui. Perché Filomena diventa un po’ la nonna di tutti noi, essendo, la sua, una delle tante storie che hanno caratterizzato in modo eroico la vita di chi è venuto prima di noi.

Stile curato e buon lessico. Narrazione fluida e semplice, ma con qualche lacuna dovuta solo alla poca esperienza nel campo, ricordiamo che è appena alla sua seconda pubblicazione, ma che promette bene. Personalmente, per quanto bella la storia, avrei preferito che durasse un po’ di più.

In fine, lettura che consiglio vivamente.

Sinossi

Correva l’anno 1922 quando, in un piccolo paese della Ciociaria, fiancheggiato dalle verdi acque del fiume Liri e incorniciato dai monti Aurunci, la piccola Filomena perde quanto di più caro ha al mondo: i genitori. Prima l’adorata madre le viene strappata dalla grande influenza, detta anche febbre spagnola, poi il padre decide di emigrare all’estero, in cerca di fortuna, senza più fare ritorno.

Filomena sarà cresciuta dagli anziani nonni, vivendo l’imponente povertà di quei tempi, la fame e l’ancora diffuso analfabetismo. Diventata una ragazza, bella e ammirata e, per sfuggire alla miseria, è costretta a delle dolorose rinunce. Va a cercare lavoro nella Capitale e, seppur disillusa dagli uomini, è disposta ancora a credere nell’amore. Vittima di pregiudizi, decide di tornare al paese natio, dove si trova ad affrontare le conseguenze della seconda guerra mondiale. La sua terra natale, sfortunata nell’essersi trovata sulla linea Gustav, troverà la forza per rinascere dalle ceneri e dal sangue dei suoi caduti per merito dell’animo forte dei sopravvissuti.

Scheda libro
Nome libro: Come fiori tra le macerie
Autore: Monica Maratta
Genere: Narrativa di ambientazione
Editore: Capponi Editore
Data edizione: 22 Gennaio 2017
Pagine: 140

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