“Emmaus” di Alessandro Baricco
recensione di Donato di Capua
L’episodio di Emmaus, cui rimanda il titolo di questo romanzo di Baricco, è uno dei più ambigui di tutto il Vangelo.
Cristo appare fisicamente ad alcuni discepoli, i quali tuttavia non lo riconoscono, poiché lo credono morto: la sua presenza, per loro assolutamente impensabile, è percepita come un non esserci, come un’assenza.
Ma quando alfine essi capiscono che si tratta proprio di Lui, Cristo è già di nuovo scomparso dai loro occhi.
Come se la visibilità equivalesse, in profondo, a un non poter vedere; e viceversa l’assenza fisica a un più alto, più reale vedere.
Sono gli elementi di una chiamiamola così teologia o religiosità del paradosso, quale di fatto è quella che, implicitamente e in modo quasi inavvertibile, governa la narrazione di Baricco, mai così vicino, come qui, a una problematica di tipo mistico-religioso.
E in effetti la vicenda, sia pure senza mai dar luogo a repentini colpi di scena o a bruschi capovolgimenti, sembra svolgersi tutta sotto il segno di una radicale ambiguità: a cominciare dal senso stesso di questa sorta di racconto di formazione, che può essere letto vuoi come la lenta fuoriuscita da una sfera religiosa chiusa e soffocante, in direzione di una realtà più aperta, benché lacerata da atroci contraddizioni, vuoi come la dolorosa scoperta, al contrario, di un cristianesimo “altro”, più profondo e più vero.
La voce narrante è quella di un adolescente della media borghesia che, insieme a tre amici Luca, Bobby e Il Santo vive la propria fede cristiana senza compromessi e senza riserve, chiudendosi testardamente come in un mondo a parte, distogliendo gli occhi da tutto ciò che ne è fuori.
Ma non possono non sapere e non pensare di continuo, sia pure confusamente, che ai margini della loro esistenza c’è un’altra realtà: un mondo privo di certezze religiose e di valori morali, segnato dal disordine, dalla violenza e dal sesso.
Sinossi
Quattro ragazzi, Luca, Bobby, il Santo e l’anonimo narratore, vivono la loro fede nel mondo di oggi affacciandosi all’età adulta tra certezze, slanci e paure.
Sono assidui frequentatori della parrocchia, dediti al volontariato e rispettosi della liturgia cattolica.
In questo ambiente tranquillo e, in apparenza, inattaccabile, germoglia e cresce la voglia di trasgredire e di avvicinarsi ai gesti “folli” tipici degli altri giovani.