“I sassi in perle” di Maria Zaffira Secchi

“I sassi in perle” di Maria Zaffira Secchi
recensione di Emma Fenu
I sassi in perle è un breve romanzo intimista di Maria Zaffira Secchi, edito da La Caravella nel 2008.
Attraverso lo stratagemma di un’epistola fittizia alla madre precocemente scomparsa, l’autrice cala il velo del pudore sui sentimenti e le emozioni di una protagonista femminile che si abbandona al flusso di coscienza.
Nel corso di una narrazione in cui il tempo è affidato a lancette arbitrarie e irriverenti, mille domande cercano l’accoglimento nel ventre di una sola risposta che, matrigna, nega il proprio latte dissetante.
Trattandosi di un soliloquio mascherato da colloquio, I sassi in perle sono la trasposizione su carta di una masturbazione, intesa come atto d’amore per sè e consapevolezza del proprio essere e sentire ma, al contempo, come fame disattesa della presenza dell’Altro.
L’Alterità, concepita come specchio per giungere alla affermazione personale, si ritrova in tutte le figure di confronto che costellano l’esistenza della protagonista: dalla figlia, alla madre, all’amato.
Un viaggio nella soffitta di un’anima in cerca di casa, dove umili sassi diventano perle preziose e rare, nella sublime metamorfosi del ricordo e della capacità creativa di matrice femminile.
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Sinossi
Un viaggio nelle emozioni, un’immersione dritta fino al cuore.
Uno sguardo al tempo stesso di incanto e disincanto verso il mondo, la natura, lo smarrimento, la forza, il cambiamento, il dolore e la perdita.