“Come vento sul monte” di Alessandra Carnovale

“Come vento sul monte” di Alessandra Carnovale
Recensione di Lina Mazzotti
Come vento sul monte ha un legame diretto con il mondo classico infatti il titolo è ispirato alla poetessa Saffo e ai suoi versi:
“Tramontata è la luna
e le Pleiadi a mezzo della notte
anche giovinezza già dilegua,
e ora nel mio letto resto sola.
Scuote l’anima mia Eros,
come vento sul monte
che irrompe entro le querce;
e scioglie le membra e le agita,
dolce amara indomabile belva.
Ma a me non ape, non miele;
e soffro e desidero.”
Saffo rivela la sofferenza d’amore nel momento della sera quando i pensieri diventano malinconici. Mentre la luna tramonta anche la giovinezza si dilegua e la nostalgia diventa solitudine e l’amore è “dolce amara indomabile belva” per gli altri, invece per lei rimane solo sofferenza e rimpianto. Così Alessandra Carnevale prepara il lettore all’argomento della silloge poetica si parla di donne e di amore in tutte le sue declinazioni. Cita grandi poeti e opere; Catullo, Ipazia, Medea, Shakespeare e l’Odissea. Troviamo la sofferenza di Catullo con l’amore e odio, sentimenti contrastanti quasi inspiegabili ma che sono da accettare con rassegnazione realistica. Mentre l’amore di Penelope le fa dire:
“Legami
all’albero maestro
di questa nave, astuto Ulisse traditore,
perché resista
al tuo canto insinuante
e non mi perda,
gettandomi tra i flutti
assetati
del mare.”
Il suo sentimento è fedele e ponderato, tiene il cuore fermo con grande forza interiore. Diversa è la sorte di Ipazia donna matematica, astronoma, filosofa. Ma il mondo è contro il suo amore per la libertà di pensiero e la sua autorevolezza, aggravante fu l’essere donna, scatenando brutale invidia e gelosia.
“Guidava una scuola, Ipazia,
e girava
per le strade, e parlava
con la gente
e diffondeva
la sua sapienza.
Fu assassinata, Ipazia,
e la biblioteca d’Alessandria
arsa viva,
e la conoscenza persa
che vi era racchiusa.”
L’autrice fa omaggio a Medea che vuole sottrarsi a un destino prestabilito e pur cercando la libertà compie il male.
“volevo fuggire
a un destino
preordinato
e ora sono sola”
Alessandra Carnovale trae forza dalla letteratura classica come valore del bello del giusto e del sacro, al contrario dell’opinione odierna di disinteresse.
“L’amore è eterno
Solo finché dura:
a consolarci, poi,
ci penseranno
l’Arte
e la Letteratura.”
Infatti il mondo consumistico ha comprensione solo a ciò che è utile, ma avere una vita senza letteratura vuole dire essere meno consapevoli e con poco senso critico. Esempio ne è Shakespeare che è da prendere ad esempio solo ed esclusivamente per sue parole che sono purificate dall’arte facendole diventare immortali. L’arte in tutte le sue espressioni valorizza la vita e la rende più ricca ed eterna.
“L’eternità è appannaggio
dell’Arte: non cercarla
nelle promesse d’amore
dei giovani e sventurati sposi
veronesi,
ma nelle parole
immortali
del loro Autore”
Nella raccolta troviamo donne di ieri e donne di oggi in un viaggio attraverso il tempo e la storia ma soprattutto attraverso le sensazioni e i sentimenti. Donne vere e delle favole ma che hanno tutte in comune l’amore con le sue sfumature e tormenti che inglobano la loro stessa esistenza. La penna dell’autrice tratteggia, con frammenti di immagini di vita, il destino dei poeti che sono chiamati a servire l’Arte nonostante il richiamo frenetico del mondo.
“allora scriviamo e riscriviamo
sempre la stessa sentenza:
l’amarezza profonda
di dover trascurare l’Arte,
la nostra amante
più esigente.”
L’occhio dell’artista vede l’oggettività del vivere con disillusione, come una lente di ingrandimento che dilata la parte più oscura e la sottopone a osservazione attenta, lasciando il resto fuori fuoco. Questo per riconoscere la struttura negativa delle relazioni sentimentali con sguardo ironico distinguendo le differenze, per analizzare e modellare un’azione libera e creativa. Infatti leggendo ci si lascia un po’ coinvolgere dal malinconico pessimismo per poi sentire la spinta satirica che incalza a tornare a volere apprendere continuamente anche dalle esperienze difficili. L’autrice sprona a osservare la realtà in modo crudo ma questo può salvare la donna a riconoscersi non parte integrante dell’infelicità e a prendere le distanze dalle persone opportuniste che succhiano la vitalità, con riti continui perché non sono più in grado di migliorare.
“L’uomo straniero si presenta
per consumare
un atto d’amore. Non si cura
del turbamento che può causare
in chi vive
in un deserto povero di avventure.
L’uomo straniero
porta
con sé
un vuoto
ancora maggiore.”
L’uomo non ha un volto è ”straniero” è portatore di incomunicabilità o di mancanza di ascolto che crea un vuoto maggiore, proprio per il fatto di non riconoscere nel tempo di stare insieme una possibilità di esperienza con valore di irripetibilità. L’autrice colpisce l’egoismo e tutte le valenze negative per esaltare il dialogo interiore. Un percorso di emancipazione che le donne devono fare, attraverso la storia quotidiana e nella sfera intima. Alimentando la coscienza di ciò che si è e di quello che si merita con il coraggio che è dentro di loro.
“Chissà se da questo caos
generale
non possa nascere,
prima o poi,
un nuovo modo
di stare insieme.”
Poesie come immagini, liriche come voce che chiedono conoscenza e versi come speranze. Un richiamo a uomini e donne alla complementarità nelle diverse sensibilità.
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Sinossi
Le donne, l’arte, gli amori. In questa raccolta di 45 poesie, Alessandra Carnovale mette in scena, con tocco ironico, come in un carosello, storie di relazioni incerte, precarie, in cui il risveglio emotivo risulta sproporzionato rispetto alla reale natura del rapporto, esasperando così l’aspetto paradossale di questi amori moderni, davanti ai quali solo l’arte si rivela capace di condurre oltre il pragmatismo opportunista e di sollevare dal nichilismo.
Tuttavia, il cammino delle donne verso la pienezza è ancora lungo e pieno di inciampi, nonostante la guida di maestre del calibro di Atena o Ipazia d’Alessandria, e così la donna continua a pagare “sulla propria carne/ogni intrusione esercitata/con la pretesa/di condizionare la sua vita”. Un profondo amore per la tradizione culturale occidentale si evidenzia sin dal titolo e attraversa tutta la raccolta, inchinandosi a omaggiare, tra gli altri, Saffo, Catullo e Shakespeare, in un dialogo intenso che è linfa di vita.