“Il bosco addormentato” di Rebecca Dautremer

“Il bosco addormentato”
di Rebecca Dautremer
recensione di Emma Fenu
“Il bosco addormentato” è una fiaba illustrata di Rebecca Dautremer edita in italiano da Rizzoli nel 2017.
“Si sarebbe detta un angelo, tanto era bella: perché lo svenimento non aveva scemato nulla alla bella tinta rosa del suo colorito: le gote erano di un bel carnato, e le labbra come il corallo.
Ella aveva soltanto gli occhi chiusi: ma si sentiva respirare dolcemente; e così dava a vedere che non era morta.
Il Re ordinò che la lasciassero dormire in pace finché non fosse arrivata la sua ora di destarsi.
[…]
La fata toccò colla sua bacchetta tutto ciò che era nel castello (meno il Re e la Regina) governanti, damigelle d’onore, cameriste, gentiluomini, ufficiali, maggiordomi, cuochi, sguatteri, lacchè, guardie, svizzeri, paggi e servitori; e così toccò ugualmente tutti i cavalli, che erano nella scuderia coi loro palafrenieri e i grossi mastini di guardia nei cortili e la piccola Puffe, la canina della Principessa, che era accanto a lei, sul suo letto.
Appena li ebbe toccati, si addormentarono tutti, per risvegliarsi soltanto quando si sarebbe risvegliata la loro padrona, onde trovarsi pronti a servirla in tutto e per tutto.”
La conosciamo bene questa storia.
Raccontata mille e una volta per mille e una notte dell’infanzia, letta sull’opera di Perrault e guardata nella trasposizione cinematografica della Disney, la Bella Addormentata e la sua vicenda affratella bambini nel corpo e nell’anima di epoche lontane fra loro.
Rebecca Dautremer ce la racconta di nuovo, questa storia, in un’inedita e onirica variante che ci lascia negli occhi lo stesso stupore della fiaba antica aggiungendovi l’originalità di un testo polisemantico e la bellezza struggente di illustrazioni da togliere il fiato e il sonno per trasportare nel sogno.
Appaiono sulla scena, come in un teatro di parola, due personaggi, ritratti in modo sommario, che abbattono le pareti della carta: il più anziano dei due si rivolge direttamente al compagno e conduce il filo della narrazione invitando il lettore/ spettatore ad essere parte dell’intreccio.
Ed ecco avviarsi una successione magnifica di tavole a colori ambientate in un tempo storico, non nell’imperfetto eterno che caratterizza il genere della fiaba.
La storia si svolge hic et nunc e il luogo stregato pare proprio un borgo francese di cento anni orsono.
Più si guarda, più i confini della cornice dei disegni si dissolvono e in quel mondo immerso nel sonno si è dentro, assordati dal silenzio e stregati dall’immobilità, tutti vittime dell’incantesimo della carta.
Ali di farfalla congiunte.
Occhi di rana dalle palpebre fisse.
Polvere incastrata nel vento.
Foglie d’autunno sospese fra il ramo e la terra.
Cavalieri dal mento reclinato e dal capo abbandonato.
Altalene senza cigolii.
Pugili stretti in un abbraccio.
Una stazione senza treni in arrivo o in partenza.
Mani, schiene, occhi, capelli, gambe, braccia, code di donne, uomini, bambini e animali condannati alla fissità dell’ultimo gesto compiuto, come una Pompei senza lava e una Gomorra senza fuoco.
Ma dormono per costrizione o vogliono farlo?
Sono impossibilitati o solo stanchi?
Perché non si svegliano e non si battono per il cambiamento?
(Strizzatina d’occhio al lettore/ spettatore adulto).
E, infine, una fanciulla dalla bocca perfetta, addormentata sul pavimento di un negozio di fiori.
Cosa potrà risvegliarla e spezzare l’incantesimo?
Ve lo ricordate?
Link d’acquisto:
Sinossi
La bella addormentata nel bosco nella versione poetica e visionaria di una delle illustratrici del nostro tempo. Età di lettura: da 5 anni.