I giorni della merla di Massimo Gimmelli

I giorni della merla di Massimo Gimmelli
recensione di Maria Lucia Ferlisi
Alga di mare
danzi,
agitata da correnti misteriose,
danzi,
sui fondali
della mia anima.
Edoardo è un ragazzo, un uomo che ama, ama la vita ed ama le donne con trasporto sincero ed autentico.
Viene travolto da tre incontri con tre donne in periodi diversi della sua vita.
Con parole ed immagini poetiche ne decanta la bellezza voluttuosa da cui si lascia travolgere.
Profumi e capelli, occhi e sessualità, gambe e seni, sesso e bellezza travolgono Edoardo, che quasi si culla in questi amplessi e in queste conoscenze amorose che sono penetrate nella sua vita, colpendolo come una freccia e lui si crogiola in questo, si lascia accarezzare, si lascia incantare, si lascia trasportare.
Le gambe e le braccia di quella donna erano la corolla di un fiore sbocciato che gli offriva un fiore più intimo e nascosto. La fragranza di entrambe le infiorescenze lo stordiva, invischiandolo di polline e di nettare zuccherino. Era sprofondato nelle sue carni, duro e forte, muovendosi lento e inesorabile fino a quando una pioggia di fuoco si era riversata dai lombi al ventre di entrambi, accomunati fino all’ultimo dallo stesso destino.
Questo romanzo è un tripudio alla bella scrittura, alle frasi poetiche e alle rime. Non aspettatevi una trama, una storia, l’autore ha creato un sapiente intreccio di versi poetici e di lirica, un abile mix tra poesia e narrazione di attimi.
Le parole scorrono pagine dopo pagina come un fresco ruscello, fuori c’è freddo, sono i giorni della merla, ma noi ci scaldiamo il cuore con le poesie e le parole dell’autore.