Finché morte – di Maria Antonietta Macciocu e Donatella Moreschi

Finché morte
di Maria Antonietta Macciocu e Donatella Moreschi
recensione di Emma Fenu
Finché morte, un giallo scritto a quattro mani da Maria Antonietta Macciocu e Donatella Moreschi e edito da Golem nel 2018, è il terzo episodio delle vicende di una comunità, a Lerici, ma può essere letto singolarmente e indipendentemente dai precedenti.
L’abito avorio di pizzo, i fiori strizzati in fiocchi, le invitate traballanti sui tacchi e avvolte in veli colorati, i segni di rossetto sulle guance, le unghie più lunghe di un centimetro, i boccoli come spirali.
Le feste di matrimonio o si amano o si odiano. O si sopportano, stoicamente.
Ma che succede quando lo sposo non si presenta all’altare?
Che succede quando il suddetto sposo è conteso fra varie amanti e si vocifera stia convolando a nozze solo per interesse?
Succede che qualcuno/a gli ha sparato, mentre trascorreva la notte della vigilia in una camera d’albergo.
Sarà il capitano Niccolò Zani, coadiuvato dalla sua squadra, a risolvere il caso, riportando la giustizia in una piccola comunità teatro di tragedie (greche) in cui l’espiazione di uno, il colpevole, porta alla collettiva catarsi.
I personaggi della storia sono fortemente caratterizzati senza scadere nella “macchietta” o nel clichè: sono vivi, palpitanti di emozioni e gesti, con un passato con cui confrontarsi o a cui sfuggire e un presente apparentemente tranquillo.
Parlano e interagiscono in una commedia umana variegata e senza stereotipi, in seno alla quale ciascuno recita fino a quando il sipario viene strappato e le luci di scena inquadrano la folle confusione del dietro le quinte e l’intimità segreta dei camerini.
Ed è allora, solo allora, a trucco sfatto, che gli attori ritornano a essere uomini e donne di carne e sangue, capaci perfino di uccidere per amore o per odio. O per entrambi.
Non voglio raccontare oltre: il giallo Finché morte è egregiamente orchestrato, si legge con passione, convince nel colpo di scena finale e avvince nel susseguirsi concatenato degli eventi.
Che la marcia nuziale abbia inizio. Prendete posto.
Perché siete pallidi e interdetti? Forse perché il violinista sta facendo vibrare nella navata le note di un Requiem?
Buona lettura.
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Sinossi
A Lerici, nella luminosità del Golfo dei Poeti, gli invitati a un matrimonio attendono lo sposo. Ma Matteo Guerra non arriverà mai. Il suo corpo viene trovato in albergo, ucciso da un colpo di pistola.
A indagare è di nuovo il capitano Niccolò Zani con la sua squadra più compatta del solito, poiché il morto è il chiacchierato nipote della marescialla Stella, la collaboratrice più stretta del capitano.
Le indagini coinvolgono sia la vita privata sia quella professionale del morto: sarà questione di donne o di traffici illeciti, vista l’intensa attività amatoria e l’ingiustificato tenore di vita del Guerra.
Successivi delitti spingono ad indagare nel mondo dello spaccio e in quello dei furti e del contrabbando d’arte, tra le disordinate periferie e la malinconia delle case popolari di La Spezia, dove da tempo è approdata la mafia.
Come al solito il capitano deve vedersela anche con la sua vita privata, con l’invadenza della madre della fidanzata Tullia, con il matrimonio della sua ex moglie, e con Tullia stessa.
Per Zani trovare l’assassino e fare chiarezza sul privato saranno una sfida con se stesso, svelandogli una parte inconfessata di sé.