La Leggenda di Cristalda e Pizzomunno nella canzone di Gazzè diventa poesia in musica

La leggenda di Cristalda e Pizzomunno nella canzone di Gazzè diventa poesia in musica
di Giulia La Face

La leggenda di Cristalda e Pizzomunno -immagine da web
Mi capita ancora di commuovermi sentendo una canzone. Più raro che avvenga con canzoni recenti. Oggi alla radio ripassano una canzone di Sanremo dello scorso anno. Ebbene sì, mi commuove tutte le volte e forse è una delle più belle canzoni italiane scritte in questi anni recenti.
Il connubio tra poesia, scrittura e musica è perfetto, Max Gazzè ne è l’autore. Il titolo già una storia: “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”.
Ci vuole coraggio a presentarla su un palco così pop, nel bene e nel male, come quello di Sanremo. Ma Gazzè non è autore che si tiri indietro mai e ha manciate di poesia nelle tasche che dona a piene mani.
Con tanto di orchestra, che in un moto ondoso richiama lo sciabordìo del mare. Il testo è cullato da una musica sinfonica di arpa classica e violini, viole, fagotto, corno, trombe e tromboni. l risultato è un mix di delicatezza e crescendo musicale che armonizza la tradizione della musica italiana con la scrittura di una leggenda romantica e antica.
La leggenda di Cristalda e Pizzomunno entra a pieno titolo fra il novero di quelle canzoni cantautorali destinate a lasciare una traccia e ad essere un brano che travalica i tempi mutevoli dei prodotti musicali, cui l’industria discografica ci ha abituato.
Cioè di veloce e rapida vita, facilmente dimenticabili dopo averci magari ossessionato per una brevissima stagione.
La canzone di Gazzè, autore originalissimo e eclettico, ha calcato il palcoscenico di Sanremo del 2018 suscitando emozione e grande apprezzamento. Si è proposto con la delicatezza e la poesia di questo brano particolarissimo e con la maestria di chi coniuga musica e scrittura facendo del testo un unicum.
Ma chi era dunque Pizzomunno? E Cristalda?
Max Gazzè ha scelto una leggenda nata sul Gargano, tra le meraviglie del mare e la cultura popolare dei pescatori . Risonanze di visioni classiche, la leggenda narra di due giovani innamorati. Lui, Pizzomunno, dai bei muscoli e dal cuore appassionato, è desiderato da tutte le ragazze del paese, ma più di tutto dalle Sirene del mare di fronte le coste garganiche.
Le Sirene, come ogni leggenda del mare vuole, sono creature pericolose, chi cede loro muore. A Pizzomunno arrivano a promettere di diventare loro schiave e lui Re del vasto mare. Resistette Ulisse, fattosi legare all’albero della nave e così pure Pizzomunno.
” Già avevano in cuore i muscoli tesi del bel pescatore e all’ennesimo suo rifiuto un giorno fu punito”
L’amore per Cristalda, bellissima e innamorata, è più forte delle tentazioni e il giovane pescatore vi resiste, lasciando Cristalda ad attenderlo ogni volta che va per mare e riabbracciandola al suo rientro con l’amore che tutto può.

La leggenda di Cristalda e Pizzomunno – immagine da Web
Le immagini della canzone sono vivide, suggestive: la bella fanciulla attende sulle rive il bel giovane che va per mare, i versi suggeriscono un amore candido, puro e insieme sensuale, fatto di passione e vertigine.
“Cristalda era bella e lui da lontano poteva vederla ancora così, con la mano protesa..”
Le Sirene, mitologiche creature seduttive e tentatrici, si infuriano per il rifiuto del bel giovane e lo puniscono nel bene a lui più caro, Cristalda. Dopo aver visto la sua amata rapita e trascinata in fondo al mare dalle perfide e invidiose Sirene,
“E allora dal mare salirono insieme alle spiagge di Vieste malvage sirene..Qualcuno le ha viste portare nel fondo Cristalda in catene…”
Pizzomunno dal dolore resta pietrificato e diventa una roccia bianchissima sulla riva del mare. Un monolite immacolato che, nella realtà, prende il nome dall’affascinante protagonista di questa favola d’amore e che domina la spiaggia di Vieste.
” Da allora gigante di bianco calcare che aspetta tuttora il suo amore rapito e mai più tornato! Ma io ti aspetterò.. Fosse anche per cent’anni aspetterò…”
Ma l’Amore si sa, è più forte, come ogni leggenda vuole e Cristalda e Pizzomunno potranno reincontrarsi e amarsi ogni cento anni. Quando Cristalda può riemergere dal mare, una notte ogni secolo, Pizzomunno può sciogliere le sue fattezze di monolite per poterla amare tutta la notte fino all’alba. E così per sempre, rinnovando la promessa dell’amore eterno
” Ma io ti aspetterò, io ti aspetterò, fosse anche per cent’anni aspetterò..fosse anche per cent’anni!”
LA LEGGENDA DI CRISTALDA E PIZZOMUNNO
Ignorane nel canto quel coro ammaliante
Che irrompe alla mente e per quanto mulini
Le braccia oramai non potrai far più niente
A un lunghissimo sonno
O mio Pizzomunno tu guarda quell’onda beffarda
Che affonda il tuo amore indifeso
Io ti resterò per la vita fedele
E se fossero pochi, anche altri cent’anni
Così addolcirai gli inganni delle tue sirene
Poteva vederla ancora così
Con la mano protesa
E forse una lacrima scesa nel vento
Poi lui sparì al largo
E lei in casa cantando, neppure il sospetto
Che intanto da sotto la loro vendetta ed il loro lamento
I muscoli tesi del bel pescatore
E all’ennesimo suo rifiuto
Un giorno fu punito
Io ti aspetterò
Fosse anche per cent’anni aspetterò
Fosse anche per cent’anni
Malvage sirene, qualcuno le ha viste
Portare nel fondo Cristalda in catene
E quando le urla raggiunsero il cielo
Lui impazzì davvero provando a salvarla
Perché più non c’era e quell’ira accecante lo fermò per sempre
Gigante di bianco calcare che aspetta tuttora il suo amore rapito
E mai più tornato
Fosse anche per cent’anni aspetterò
Fosse anche per cent’anni aspetterò
Fosse anche per cent’anni
Fosse anche per cent’anni
Si dice che adesso e non sia leggenda
In un’alba d’agosto la bella Cristalda
Risalga dall’onda a vivere ancora
Una storia stupenda